samedi 29 novembre 2008

Leonardo

Cosi un giorno, è arrivato questo paziente medico dirmi la sua sofferenza. Aveva conoscuito una vita eccezionale con un movimento incessante altorno del suo mestiere appassionanto. Sempre in azione dapertutto per fare ... e fare ... e fare ... di più in più, di meglio in meglio ! Doveva fare dei progetti fantastici che voglieva sua moglie per avere il sentimento d'esistare lei ... fino al momento dove lui è caduto ! All'improvviso un "incidente-cardio-vascolare" gli ha datto un'emiplegia del costo della mano che dirige, che opera, che scrive ... Per fortuna ha saputo uscire di questa disgrazia col suo corragio di prima ed assumere una reeducazione fortissima ma sopratutto impegnarsi colle nostre sedute di un'altra vita dove la sofferenza poteva esistare cosi tanto che la felicità.
"Cela peut passer par la perception que la vie n’est pas manichéenne, que la vie peut être “à la fois” attirance ET répulsion, amour ET haine, bonheur ET souffrance. Yin ET Yang.
S’efforcer à tout prix d’éliminer la souffrance, de la taire, pour ne garder que ce qu’on croit être le ‘bonheur’, n’est à mon sens qu’illusion. Pour pouvoir traverser la joie et l’apprécier, il faudra accepter aussi de traverser la souffrance : l’actuelle et aussi celle qui remonte à la surface, venant de temps plus anciens et que l’on croyait révolue, effacée à tout jamais".
Roméo 128 : Entre la rigueur et la grâce. http://www.romeojuliette.blog.lemonde.fr/

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