mardi 22 avril 2008

Traversare il guadalquivir

« On revient de sa jeunesse comme d'un pays étranger."

"The night soaks itself along the shore of the river and in Lolita's breasts the branches die of love.
The branches die of love.
Naked the night sings above the bridges of March.
Lolita bathes her body with salt water and roses.
The branches die of love.
The night of anise and silver shines over the rooftops. Silver of streams and mirrors Anise of your white thighs.
The branches die of love".
Federico Garcia Lorca.


Per la notte ci siamo entrando nella città dietro il Guadalquivir, il fiume che divisa in due parte il mondo di Sevilla.... quello di giorno, quello di notte.
Quindi i ballerini devono uscire sempre dopo mezzanotte per lavorare fino all'aurora... C'è il mondo oscuro col bruio della notte. Al matino siamo tutti sorpresi di alzarsi presto perchè ci sono molti musici che cantono sulla strada nel dialetto d'Andalousia.
Il "duende", questo spirito, questo demonio, quest'angelo che sta sul corpo delle ballerine, nella scanalatura dei cantanti o la cappa del torero - quest'angelo che viene o non viene senza dirlo - il duende è inseparabile dal poeta che l'ha di meglio sentito, Federico Garcia Lorca.

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